In Italia il consumo della pizza si pùò considerare è un fenomeno sociale. Ma a differenza di come si può immaginare, gli italiani, con i loro 7,6 chili all’anno di consumo di pizza, non sono i maggiori consumatori di pizza al mondo, infatti gli americano consumano quasi il doppio di pizza in un anno (13 chili a testa). Gli italiano occupano comunque saldamente il secondo posto e soprattutto svettano nettamente nel consumo di pasta, dove superano ogni altro concorrente modiale con 27,9 chili di pasta consumanta procapite all’anno.
La pizza è un genere di consumo rilevante nella ristorazione nazionale italiana e un fenomeno socio-economico e culturale tipico del Bel Paese, e i numeri e le dimensioni del caso pizza colpiscono.
I numeri dicono che in Italia ci sono in attività più di 25.000 pizzerie classiche (escluse quindi quelle al taglio, d’asporto e a domicilio, che sono altre circa 27.000), con 87.316 addetti lavoratori e un fatturato annuo complessivo di 6.950 milioni di euro. Secondo questi dati la pizzeria classica rappresenta il 40% della ristorazione italiana.
Se si considera poi l’intera attività sviluppata dal comparto, tutto l'inidotto comprese le pizzerie non classiche e la produzione industriale, il giro d’affari cresce di quasi tre volte, a 16.630 milioni di fatturato annuo.
Il fenomeno pizza inoltre appare relativamente poco sensibile alla crisi. Infatti tra il 2001 e il 2010 il numero degli esercizi di pizzeria classica è costantemente aumentato di anno in anno, nonostante la crisi, sia pure con piccole percentuali di incremento. La stessa dinamica si può ritrovare per le pizzerie d’asporto e a domicilio.